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Scheda editoriale
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titolo del volume | L'ARTE DEL TEMPO |
sottotitolo | Trenta immagini di orologi solari in provincia di cuneo |
formato | 21 x 30 cm |
numero pagine | 40 |
confezionamento | cucito con punti metallici |
copertina | patinata opaca con sovraccoperta a colori plastificata |
numero foto | 30 foto a colori |
immagini | realizzate con attrezzatura HASSELBLAD Fowa |
descrizione sintetica | catalogo della mostra L'ARTE DEL TEMPO (patrocinata dalla Provincia di Cuneo), costituita da 30 immagini fotografiche di orologi solari, commentate da didascalie ed allestite su banner 70 x 100. |
sommario | Prefazione, Presentazione, Introduzione, Catalogo, Riferimenti |
autore delle foto | Davide Dutto |
autore dei testi | Lucio Maria Morra |
prefazione | Fulvio Romano |
progetto grafico | Davide Dutto |
coordinamento editoriale | Davide Dutto, Lucio Maria Morra e Fabio Garnero |
stampa | L'Artistica, Savigliano (CN) |
edizione | SOLARIA snc, Fossano (CN) |
data pubblicazione | aprile 2004 |
tiratura | 1.200 |
prezzo di copertina | 12 euro |
Introduzione
Arte mira mortalium temperat horas.
Con arte mirabile regola il tempo dei mortali.
Le meridiane non sono soltanto orologi. Se così fosse, a fronte della moderna tecnologia non servirebbero più. Quelle antiche hanno un valore storico, magari artistico, e vanno conservate. Ma perché continuare a costruirne ex novo?
In realtà, fin dai tempi in cui i quadranti solari erano gli unici strumenti astronomici o i normali orologi, la loro vera funzione, al di là di ogni applicazione pratica, è sempre stata e continua ad essere quella di custodire il senso del tempo in relazione al cosmo.
La Provincia di Cuneo ne comprende una notevole collezione (2000-2500 impianti, nonostante le demolizioni dell'ultimo cinquantennio): un patrimonio storico, artistico e scientifico ingentissimo, e soprattutto un incomparabile bagaglio simbolico, un'espressione dei fondamenti della nostra cultura. Questi strumenti così discreti hanno orientato per secoli la nostra gente, organizzandone il ritmo dell'attività quotidiana e volgendone, con segni, motti e allegorie, l'attenzione dalle cose terrene alle cose del cielo.
La gnomonica non è solo una scienza o una tecnica: è l'arte della luce e dell'ombra, dello spazio e del tempo. E - questo è il significato della presente rassegna - fotografare meridiane vuol dire coglierne l'essenza in un attimo, fissare l'emozione di un istante e amplificarne il segnale silenzioso per consegnarla infine, ancora una volta, alla gente.
Lucio Maria Morra
La fotografia riproduce immagini e la gnomonica ribalta sui quadranti solari l'immagine del cielo. C'è una grande analogia: luce ed ombra, negativo e positivo...
Il fotografo è sempre alla ricerca di una "buona luce" per rappresentare la realtà che gli appare, per coglierne le differenze, per comprendere le caratteristiche - il bello e il brutto - di ogni soggetto, che si tratti di meridiane (che si impara a conoscere "col tempo") oppure dell'animo delle persone.
Il mio intento, infine, è quello di comunicare attraverso le immagini fotografiche i sentimenti e le emozioni che ho provato nell’istante dello scatto.
Davide Dutto
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Prefazione
Restaurare orologi solari oggi, avere l’ardire di costruirne di nuovi, non è solo una scelta d’arte, nel senso più nobile e nello stesso tempo più autentico della parola. Vuol dire anche e soprattutto dimostrare con le proprie opere, con le suggestioni culturali che ne sono l’alone, che esisteva - non molte generazioni or sono - un’altra e diversa visione del tempo.
Lo gnomonista che nel nostro ‘700 studiava la posizione, rispetto al Sole, del muro della casa su cui doveva tracciare la meridiana, non applicava soltanto le leggi del moto (apparente) dell’astro diurno, ma riproduceva altresì, con la sua opera, la concezione che quella società aveva del divenire: un ciclo, proprio come i moti delle stelle nel cielo, come il fluire delle stagioni, come l’alternarsi del buio e della luce, come la nascita e la morte.
Soltanto chi oggi ha, o cerca di avere, un contatto vivo e diretto con la natura, con i suoi ritmi stagionali, con il continuo ritorno dell’eguale che essa sembra narrarci, può intuire cosa significhi un tempo ciclico come quello segnato dagli orologi solari. Specie se lo confrontiamo con quello “progressivo” e continuo scandito dagli orologi, meccanici o digitali, dei nostri giorni.
Innanzitutto per questo motivo la mostra “L'arte del tempo : trenta immagini di quadranti solari in provincia di Cuneo" è qualcosa di più di una curata, attenta esposizione di belle fotografie di Davide Dutto. Intanto perché queste immagini ci parlano di quel vero e proprio museo all’aria aperta, esposto ogni giorno per tutto l’anno, che è il patrimonio delle migliaia di orologi solari che la nostra provincia ha accumulato negli ultimi quattro secoli. Un patrimonio che, fino a pochi anni fa, rischiava di andare disperso, cancellato dai nostri muri per incuria, per ignoranza. Anche grazie all’attività di informazione svolta da SOLARIA (ricordo al proposito le conferenze e le lezioni cui invitai Morra e Garnero verso la metà degli anni ’80) oggi c’è verso gli orologi solari del Cuneese un’attenzione diffusa: li si riscopre, li si studia, li si restaura. Si cerca insomma di farli rivivere, come acutamente suggerisce Lucio Maria Morra nei commenti alle immagini.
Insieme a questi manufatti ( che siano semplici segni sul muro di una cascina o elaborati affreschi su una villa padronale ) rivivrà - a mio parere - un bene ancora più prezioso. Quella visione diversa del tempo che, insegnandoci che nel divenire ciclico è l’eguale che ritorna, ridimensionerebbe un po’ le nostre pretese, rendendoci più attenti a non alterare, insieme al tempo, la nostra stessa natura.
Fulvio Romano
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Fulvio Romano è coordinatore della Associazione per lo Sviluppo Culturale e Scientifico nel Cuneese, meteorologo e direttore dell'Osservatorio Astronomico del Liceo Scientifico di Cuneo, preside dell’Istituto Alberghiero Giovanni Giolitti di Mondovì e articolista de LA STAMPA.
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