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Scheda editoriale
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titolo del volume | LE ORE SERENE DI BELLINO |
titolo della collana | Proiezioni Gnomoniche |
formato | 21 x 21 cm |
numero pagine | 96 |
confezionamento | cartonato cucito |
copertina | rivestita in skinplast e sovraccoperta a colori plastificata |
numero foto | 48 foto a colori, 24 foto in bianco e nero |
immagini | realizzate con attrezzatura HASSELBLAD Fowa |
testi | in 3 lingue (italiano, francese ed inglese) |
descrizione sintetica | l'opera presenta attraverso una suggestiva raccolta di immagini fotografiche, incentrata sul tema delle meridiane, la vita, gli uomini, le case e i paesaggi di una incantevole località dell’alta Valle Varaita, in Provincia di Cuneo. |
sommario | Prefazione, Introduzione, Lo spazio della luce, Sguardi, La direzione naturale del tempo, I motti delle meridiane di Bellino, Riferimenti |
autore delle foto | Davide Dutto |
autore dei testi | Lucio Maria Morra |
prefazione | Piero Bianucci |
progetto grafico | Davide Dutto |
coordinamento editoriale | Lucio Maria Morra e Fabio Garnero |
stampa | TEC, Fossano (CN) |
edizione | SOLARIA snc, Fossano (CN) |
data pubblicazione | dicembre 2002 |
tiratura | 2.000 |
prezzo di copertina | 15 euro |
Introduzione
Chal prene lou temp coumo ei ven e lou mount coumo ei vai.
Bisogna prendere il tempo come viene e il mondo come va.
Detto popolare occitano
Addentrandosi tra le montagne del Piemonte meridionale, lungo la Valle Varaita, in direzione del Monviso, quasi giunti al confine con la Francia, si dirama la valle di Bellino. Poiché non dà accesso ad alcun valico transitabile, risulta alquanto appartata; e questa caratteristica di relativo isolamento, a cavallo tra due stati, l’altitudine, la distanza dalle pianure, dai traffici, dal consumo e dai centri di potere, hanno contrassegnato la sua storia e delineato la sua condizione attuale, favorendo la preservazione di un ambiente naturale davvero suggestivo, di antiche tradizioni e delle vestigia di una singolare civiltà.
A Bellino si parla occitano, una lingua transnazionale che ha percorso la storia culturale dell’Europa dal tempo dei trovatori provenzali senza mai diventare dominante. Vi si sono rifugiate e integrate intere popolazioni disposte o costrette al confino in cambio di pace. L’impronta originaria dei Celti è ancora evidente: perfino il suo nome rievoca Belenos, il dio della luce. E questa primitiva identità permane intatta nella qualità brillante dell’aria di montagna, intrisa di cielo, e nel temperamento aperto e perspicace dei suoi abitanti.
L’archetipo solare si manifesta nel repertorio dei fregi decorativi tradizionali costituito soprattutto da rosoni, girandole e stelle, e ancor più, con eclatante evidenza, nel cospicuo numero di meridiane presenti sugli edifici delle sue dieci borgate e sulle grange. Oltre trenta antichi quadranti solari - oggi completamente restaurati - testimoniano l’opera di gnomonisti locali, ingegnosi montanari che, conformandosi all’andamento delle stagioni, alternavano l’attività agro-pastorale alle opere di ingegno e ai lavori artigianali durante i lunghi inverni. La loro attenzione volgeva quasi spontaneamente alla sfera celeste, al fluire del tempo.
Le meridiane non sono soltanto orologi, sono uno specchio del cielo. E proiettare l’infinito in un esiguo riquadro per orientare la vita dell’uomo secondo le leggi del cosmo è un’arte suprema; esige destrezza e vivacità mentale, spirito filosofico e senso della misura, ma soprattutto umiltà. E’ l’intelligenza che si accorda alla natura, non viceversa. Le meridiane più belle sono semplici e puntuali, proprio come quelle di Bellino.
Al di sopra del frastuono e della agitazione della pianura, continua a scorrere tranquillo e silenzioso il tempo naturale del sole. Alla saggezza e alle ore serene dedichiamo come una poesia questo volume fotografico.
Lucio Maria Morra
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Prefazione
Di solito le ombre nascondono. In astronomia rivelano. L’ombra curva che eclissa la Luna denunciò la sfericità della Terra. Ombre di diversa lunghezza servirono a scoprire le dimensioni del nostro pianeta. Le ombre dei satelliti di Giove svelarono la velocità della luce. L’ombra della meridiana traccia su un pezzo di muro il moto apparente del Sole.
Più di vent’anni fa fotografai i pallidi graffiti superstiti dei quadranti solari di Bellino. Un documento dell’abbandono. E’ una gioia vedere come quelle linee siano tornate nitide alla loro funzione, specchi della natura come tutte le cose semplici e grandi che si incontrano nelle immagini di Davide Dutto e nelle parole essenziali di Lucio Maria Morra: pietre, alberi, prati, chiazze di licheni, cani e gente di montagna. Ora l’ombra del loro stilo segna di nuovo l’ora vera, l’ora di quella casa, di quel muro. Come nessun orologio atomico potrà mai fare. Rivelazione di un assoluto insieme intimo e universale.
Piero Bianucci
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Piero Bianucci, scrittore e giornalista torinese, è redattore capo a La Stampa, responsabile da sedici anni del supplemento TuttoScienze. Ha pubblicato una ventina di libri di divulgazione scientifica tradotti in Francia, Spagna e America Latina; tra le opere più recenti: "Atlante della Terra" (UTET) e "La Luna dallo sbarco alla colonizzazione" (Giunti).
Come narratore, ha esordito con il romanzo "Benvenuti a bordo" (Rusconi Libri, 1994), vincitore del Premio Pirandello Opera Prima.
È tra i soci fondatori di CentroScienza, di cui è stato Presidente per il primo biennio, e tra gli ideatori di GiovedìScienza che conduce dal 1987.
Collabora da molto tempo alla Rai, per la quale ha firmato numerosi programmi radiofonici e televisivi. È stato consulente di Piero Angela in molte delle sue più popolari trasmissioni fra cui la serie "Viaggio nel cosmo" (1998).
Ha ottenuto vari riconoscimenti tra cui il Premio St. Vincent, il Premio Scanno, tre Premi Glaxo Cee per la divulgazione scientifica, il Premio International Solar Energy Society, il Premio FORMIT, il Premio Futuro Intelligente. L'Unione Astronomica Internazionale ha battezzato con il suo nome il pianetino 4821, in orbita tra Marte e Giove.
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